Papa Francesco, forza dei gesti e delle parole

Papa Bergoglio
Papa Francesco. Immagine tratta dal web

Non lo si può certo definire un uomo comune nonostante faccia di tutto per esserlo. Papa Bergoglio continua a far rumore attorno a se e lo fa con la delicatezza di una farfalla, quasi senza volerlo.

Le sue parole irrompono nella vita dei fedeli con una forza tale che in tanti affermano che “questo Papa è forte”, ma lui con i suoi gesti assomiglia sempre più ad un semplice parroco di paese. Il suo linguaggio è semplice per arrivare a chiunque, ma i suoi messaggi sono profondi.

Non a caso ha scelto il nome Francesco per il suo pontificato e alla mansuetudine della sua voce, alla dolcezza del suo sorriso contrappone la forza, a volte rude, delle parole contro chi distrugge la dignità umana. Non ha peli sulla lingua quest’uomo vestito di bianco che viene da Buenos Aires, laggiù ha conosciuto la povertà, il disagio, la sofferenza di quei popoli che sotto la sua guida trovavano la speranza per andare avanti. E negli occhi di Francesco c’è il ricordo di quegli anni, così come nelle sue parole e nei suoi gesti.

Lo abbiamo visto seduto all’ultimo posto in chiesa, ha bevuto il mate (un infuso di erbe) dalle tazze di chi glielo offriva, lo abbiamo visto inchinarsi durante la benedizione “urbi et orbi” davanti a milioni di fedeli. E ancora ha portato il suo abbraccio fraterno ai detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo, lavando i loro piedi con amore nella messa del giovedì santo.

A due anni dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco è tanto amato per la rivoluzione delle sue azioni, per la forza dei suoi gesti che stupiscono, affascinano e fanno aprire il cuore. Un papa sui generis che è un ‘pastore che ama puzzare delle sue pecore‘, che va oltre le mura del Vaticano per raggiungere più cuori possibili.

Esorta alla pace, al rispetto, consiglia giusti rimproveri ma propone subito il perdono, alle coppie dice di buttarsi contro anche i piatti, ma li esorta a fare la pace prima della fine della giornata. Tre le parole che continua a sottolineare con veemenza, che devono diventare il fulcro della famiglia: permesso, grazie, scusa.

Un prete gesuita che diventa papa, un cardinale che non vede l’ora di tornare nella sua Argentina mentre, invece, deve fermarsi a tempo indeterminato a Roma e deve guidare addirittura la Chiesa intera! Diventare papa sicuramente non era tra i progetti di un uomo così semplice ed umile, ma lui non si risparmia e ogni occasione è buona per lanciare messaggi per risvegliare la coscienza di milioni di cristiani affinché diano più importanza all’essenziale tralasciando i falsi idoli che ingannano.

Fiumi di parole si potrebbero scrivere su un uomo così grande, così comunicativo, così dolce. La sua è sicuramente una rivoluzione che non passerà inosservata nella storia della Chiesa.

Anna Rochira