La nostra vita in vetrina: la velocità di un click genera cybernauti poco social

Relazioni social

“Se non hai tanti like o followers non sei nessuno” e i Signor Nessuno sono ‘out’ in un mondo sempre più social, ma quanto è realmente sociale la nostra vita da quando la tecnologia della rete è accresciuta e si è integrata nelle nostre abitudini quotidiane? Quanto di sociale c’è nelle relazioni che intercorrono tra postare una foto e leggere un commento o cliccare il pollice all’insù?

Telefonare e chiedere “Come stai? Ti va di prendere un caffè insieme e chiacchierare perché ti voglio bene e vorrei trascorrere del tempo in tua compagnia” significa esprimere una volontà di relazione con l’altro che abbiamo scelto come amico a cui magari confideremo un segreto o con il quale condivideremo un’emozione. Il “Ciao TVB”, “Ok”, “Auguri”, con tanto di cuoricini o faccine varie che esprimono stati d’animo semplificati è tutta un’altra storia!

La nostra vita è ormai in vetrina, se non pubblichi momenti della tua giornata gli altri non sapranno mai cosa stai facendo in quell’istante e tu non avrai tanti like da sfoggiare come un abito che in alcuni casi aumenta l’autostima e in altri l’arroganza di chi si limita a piacere senza preoccuparsi dei contenuti. Perché non occorre che tu dica cose interessanti, ironiche, divertenti o utili per essere al top, l’importante è postare: frasi, foto, citazioni, video, tutto fa brodo! A volte fa anche noia in verità, ma chi se ne frega se ci sono errori grammaticali o se non si tutelano i bambini da occhi e commenti indiscreti (per non dire da pedofili esperti del web che rubano immagini e informazioni in un lampo), cosa importa se è sfocato il paesaggio ma il primo piano del volto con espressioni goffe è nitido?

Un po’ di autoironia non guasta mai, anzi. Altra storia se l’uso smodato dei social network sostituisce gli amici reali con quelli virtuali: le relazioni cambiano la piazza in cui vengono create e mantenute, gli abbracci e le chiacchiere sono sostituite da emoticons e abbreviazioni che fanno inorridire gli amanti della lingua italiana. Se il nostro umore cambia in base alle foto che vediamo aprendo Facebook, se ci sentiamo presi in considerazione solo postando foto “che spaccano”, se preferiamo le relazioni on line al coraggio di investire in sentimenti e tempo, mettendoci la faccia, allora il nostro uso di internet con tutto il suo appeal forse sta diventando un abuso e ci sta sfuggendo di mano. Forse il contatto con la realtà sta cominciando a venir meno e, a prendere il sopravvento è il tempo di connessione, il numero degli ‘amici’, i video creati, i messaggi ricevuti.

L’identità che abbiamo deciso di rivelare agli altri attraverso una tastiera comincia a divenire sempre più lontana da quella che ci accompagna ogni giorno, che sveliamo solo a chi ci infonde fiducia, a chi ci vede ridere o piangere e ci abbraccia forte facendoci sentire il calore della vicinanza. 

Se internet ha la grande capacità di accorciare ogni distanza, il suo abuso accresce la dipendenza dal cyberspazio e, noi tutti, stiamo divenendo cybernauti impeccabili ma privi di curiosità per il mondo reale che ci circonda.

Anna Rochira