La felicità dei bambini distrutta dalla ferocia degli adulti

Perdonaci Nadia (di Taranto, Fortuna Loffredo di Caivano e tutti i bimbi e le bambine vittime di violenza) perché non abbiamo saputo difenderti da un mostro che ha vestito malamente i panni del padre. I padri, quelli veri, amano i figli, li proteggono da tutto e tutti, non sono i carnefici del proprio sangue, ma diventano il loro punto di riferimento, il loro porto sicuro che li proteggerà fino all’ultimo dei sospiri. I sospiri invece tu li facevi per aggrapparti alla vita cadendo dal terzo piano. Scusaci Nadia perché dopo quello che hai dovuto passare il nostro sistema giudiziario ti risarcisce con vent’anni di reclusione, un premio chiamata “sentenza di rito abbreviato” per il tuo aguzzino, ma che tutti quelli che non concepiscono la violenza sui bambini chiamano VERGOGNA! Le sentenze andrebbero rispettate, ma in alcuni casi si vorrebbe vedere negli occhi chi le emette per chieder come si può regalare una vacanza di soli venti anni a chi accoltella un figlio e getta come un pacco dalla finestra una bambina!!! Come si fa a non provare ribrezzo e a non punirlo fortemente per un’atrocità simile che colpisce idealmente tutti i bambini, tutti i nostri figli, ma che nel concreto ha ferito nel profondo, nella sua parte più intima, una bambina che ha avuto la sfortuna di essere sua figlia e di trovarsi davanti a lui nell’attimo della sua follia più estrema!! Perdonaci Nadia perché i problemi dei grandi si riversano sui bambini condannandoli all’infelicità. Perdonaci perché noi adulti dovremmo solo regalare bei ricordi, belle emozioni, dovremmo aiutare a realizzare i sogni dei bambini non a distruggerli. E chissà quali erano i tuoi sogni di bambina e quali sono quelli attuali di bambina scampata alla morte. Perdonaci se per tutta la vita continuerai a chiederti perché mai ti ha colpito così tanto male e perché chi poteva non ti ha aiutato, gli esseri umani non sono tutti così per fortuna. Chi si indigna per ciò che hai dovuto patire vorrebbe darti giustizia con le proprie mani, denti e unghia, ma purtroppo è impotente di fronte ad un sistema giudiziario che perfetto non è se condanna tuo “padre” ad una pena così ridotta per non dire ridicola.

In cuor nostro speriamo tu guarisca al più presto e lasciamo al nostro io più profondo quello che invece auguriamo a chi è stato l’artefice della tua infelicità e del tuo dolore fisico e psicologico. Tu sei figlia nostra, figlia di tutti quelli che considerano i bambini un bene prezioso e, in quanto tale, li amano e li proteggono. Perdonaci perché noi siamo anche la società che avrebbe dovuto tutelarti, siamo anche i vicini che non hanno visto, sentito e denunciato, siamo i nonni e le mamme che abbiamo fatto finta di non sapere e vedere, lasciando accadere tragedie. Siamo gli assistenti sociali che hanno bisogno di tempo per intervenire, di prove, di chissà cosa. Siamo i leoni da tastiera pronti a giudicare tutti, ma sordi alle grida di chi chiede aiuto, siamo quelli che fanno donazioni a onlus svariate, ma che poi si voltano dall’altra parte quando qualcuno è in pericolo perché è meglio farsi gli affari propri ed evitare rogne! Siamo quelli che piangiamo tanto di fronte a bare bianche e che dimentichiamo troppo in fretta gli abusi e le atrocità che quelle vittime hanno subito e che in alcuni casi continuiamo a parlare perché Giustizia non c’è stata ma solo briciole…  

A te Nadia, che cominci a tornare alla vita con piccoli movimenti, a te, infinite giornate soleggiate con mai più nuvole a turbare il tuo cammino! 

Dedicato a tutti i bambini che troppo presto hanno conosciuto la violenza, a quelli abusati, a quelli non sopravvissuti! #ibambininonsitoccano 

Anna Rochira